METTI UNA MATTINA UNO SCONOSCIUTO A
COLAZIONE
Il
figlio adolescente è quello che ti trovi davanti una mattina mentre prepari il
caffè, si strofina gli occhi, beve la solita
ciotola di latte caldo che gli hai preparato in fretta e furia, perché sei già
in ritardo per andare in ufficio, e tra
un biscotto alla crema ed uno al cioccolato ti dice che andrà ad Amsterdam con
Alberto….
E
mentre sei lì, che ti infili la giacca con un piede già fuori dalla porta, pensi “ Ma chi diavolo è questo Alberto?...” Ti ritrovi ad urlare un frettoloso quanto poco convinto : “Ok! … Ne parliamo stasera ….
Centoventi secondi , questi i minuti trascorsi tra il sorso di latte di tuo figlio e la porta aperta mentre la tua giornata andava in malora.
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Centoventi secondi per
dipingere un quadretto molto comune in tante case, con genitori che cominciano
a comprendere di trovarsi di fronte un figlio cresciuto, che inizia a rivendicare la sua dose di autonomia.
Intanto
ripensi alla richiesta di tuo figlio … più che una richiesta ti è suonata come una
comunicazione, ma poi consideri che a sedici anni non può fare di testa sua…e
questo un po’ ti tranquillizza…
Poi
rifletti su quest’Alberto…ma chi sarà mai?...
Alberto
… Alberto è per te un nome sconosciuto , non ti dice proprio nulla.
Non
è nella squadra di calcetto…non è un compagno di classe…
E
poi perché proprio con Alberto ad Amsterdam e non con Marta , quella ragazza tanto carina che lui accompagna spesso al Centro commerciale a comprare
vestiti?...
Chi
è Alberto?...ma soprattutto perché tuo figlio vuole andarci in vacanza ?...
Mille
domande invadono la tua mente.Pensi a tuo figlio come ad uno sconosciuto.
Di quel ragazzino che si sta allungando come una pertica , un po’ timido e impacciato, che parla poco, che trovi sempre chiuso in camera sua davanti al computer con le cuffie in testa ad ascoltare musica, che raramente vedi con un libro aperto tra le mani, che il sabato sera esce e rientra la domenica mattina e ti dice che è normale, perché così fanno tutti…
In fondo … di questo ragazzino di sedici anni cosa ne sai veramente?...
Chi è veramente tuo figlio?...
Cominci a pensare che in fondo non lo conosci …
Chi è tuo figlio?... E’ una persona che si sta formando tra mille dubbi e scoperte.
Che vive gran parte del suo tempo lontano da te, con un mondo da costruirsi attorno , un mondo spesso fatto di prepotenze e di soprusi ma anche di piacevoli sguardi e di allegre chiacchierate.
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Un mondo fatto di
frammenti di vita che si mescolano a fantasie, dove il pensiero è una
propaggine di ciò che è successo ieri, ma non di quello che avverrà domani, perché
per un adolescente il futuro è adesso… il futuro si compie ora.
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Ed è proprio in questa
ambivalenza terrifica che sta crescendo , con la disperazione presente che
tutto ciò che succede oggi sarà per sempre.
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Abbandoni, delusioni, tradimenti,
debolezze, offese, sono condizioni che lo accompagnano e da cui si sente spesso
atterrito e sovrastato.
Mentre ti accorgi solo ora che non gli hai ancora
chiesto se si è già innamorato …
Tu
alla sua età già lo eri e ti sarebbe piaciuto tanto poterne parlare con tua
madre, ma lei era troppo all’antica…non avrebbe capito.
Quante
domande ti vengono alla mente a cui non sai dare risposte …E dei ragazzi? …cose ne pensa tuo figlio dei ragazzi?...
Un dubbio si insinua nella tua mente… pensi che potrebbero piacergli i ragazzi, quest’ idea ti sconcerta più della parola “Amsterdam”…
E se fosse gay ?...
No, sarebbe così assurdo!...
Mio figlio gay?...Non riesci nemmeno a pensarci.
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Ma perché un genitore non
riesce a pensare al proprio figlio come ad un essere sessuato, capace di
scegliere il proprio oggetto d’amore liberamente?
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Pensare al proprio figlio come
ad una persona da rispettare.
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Rispettare il/la proprio/a
figlio/a vuol dire riconoscergli il diritto di avere dei tempi per pensare, per
fantasticare, per giocare, per amare, per sognare, per innamorarsi della
persona da cui si sente attratto/a.
Ascolto genitori che si
lamentano perché i figli adolescenti non comunicano con loro, che parlano poco
e se ne stanno tutto il giorno da soli.
Genitori che si lamentano perché
i figli adolescenti non studiano, non hanno interesse per la scuola, che rispondono
verbalmente male alle loro richieste.
L’adolescenza è senza
dubbio un difficile momento della vita da attraversare, ma è pur vero che all’adolescenza
non si arriva dalla sera alla mattina, non ci si sveglia adolescenti, e tutto ciò che un padre e una madre hanno costruito
con un/a figlio/a si riverbera nel periodo adolescenziale.
Genitori rispettosi del/la
figlio/a, e per rispettosi intendo che ne
hanno garantito i diritti di crescita sana e dignitosa, senza
prevaricare su di loro, né con violenza fisica né verbale, che ne hanno rispettato
i bisogni quando ancora non avevano l’uso della parola, che li hanno
ascoltati dedicandogli il tempo che loro richiedevano, che li hanno
sostenuti e difesi con orgoglio, apprezzandone le qualità e fortificandone
la struttura attitudinale, senza riflettere le proprie frustrazioni e i propri desideri
inespressi sui figli.
Ebbene, per questi
genitori sarà difficile trovarsi di fronte una mattina uno sconosciuto a
colazione.
Dott.ssa Maria Tinto
Psicologa Clinica
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