Parliamo di Emozioni della Mente

L'autrice è una appassionata di psicologia clinica e di buon senso.....ricerca l'intelligenza come stile di vita.

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venerdì 17 luglio 2015




IL CORPO CHE ABITA LA MENTE

 Spesso ci sono malesseri diffusi come il mal di testa, la pesantezza alla schiena, i dolori al collo, un senso di peso al basso ventre accompagnato da bruciore e fastidio nelle parti intime... stanchezza, dolori muscolari, insonnia, disturbi alimentari, problemi che affliggono la pelle, disturbi sessuali, insomma una completa serie di disturbi di difficile spiegazione e diagnosi.
Capita che dopo avere espletato tutti i controlli di rito ed aver escluso cause organiche, si è ancora più confusi e ci si senta anche peggio.
Quando poi non si riesce a trovare una spiegazione plausibile in grado di soddisfare i ragionamenti logici a cui si è abituati, ecco che si comincia a fantasticare su immaginarie  malattie di cui non si conoscono ancora le cause e di cui si sarebbe portatori, perché un destino avverso e sconosciuto ha voluto così.
Ma cos'è che ci disturba al punto da avvertire sul corpo tutta una serie di sintomi, che non hanno una genesi identificabile e che quindi non sono curabili con i farmaci?
Per scoprirlo cominciamo con l’ascoltare il nostro corpo in ogni momento, per “sentire” come sta cambiando mentre le cose della vita ci sommergono.
Ascoltare il corpo vuol dire cominciare a far luce e a vedere cose a cui prima non si era dato il giusto peso, valutare situazioni che non erano state ritenute “importanti”, mettere a fuoco avvenimenti che erano stati scarsamente considerati ,ma che al contrario hanno fatto vibrare le corde “giuste”, scuotendo l’equilibrio psicofisico  al punto da determinare tutti i fastidiosi malesseri che adesso ci affliggono.
Il nostro corpo è testimone del nostro vissuto, nel senso che tutto ciò che ci succede passa attraverso la lente di ingrandimento dei nostri sensi , quelli canonici sono la vista, l’udito, il tatto, il gusto e l’olfatto, per intenderci; anche se non si esclude il cosiddetto sesto senso…prerogativa non più solo femminile ma sempre più appannaggio degli altri generi.
Ne consegue che l’annotazione del processo sensoriale che avviene sul nostro corpo, è una traccia, un solco lungo il quale avviene la semina dei malesseri, quindi non dobbiamo meravigliarci se le risposte che riceviamo non sono sempre positive e gradevoli, specialmente se il corpo ha registrato avvenimento spiacevoli e dolorosi.
Gli stati d’animo che conseguono a fatti sgradevoli, sono tutte incisioni che vengono fatte in maniera del tutto involontaria nel nostro corpo.
La sofferenza, il dolore, la solitudine, la malinconia, l’inquietudine, la rabbia, il rancore, le umiliazioni, le prepotenze, l’ansia sono quei fattori che vanno a costituire tutta una serie di disturbi fisici che all’improvviso esplodono causandoci sofferenze spesso insopportabili.
In che modo possiamo contrastare quest’accumulo di tossine che ci avvelenano e ci tolgono le energie per affrontare in maniera adeguata la nostra vita?
Se riusciamo a prendere coscienza del fatto che i malesseri potrebbero essere dovuti a elementi ascrivibili a quanto considerato, abbiamo già fatto un passo avanti per affrontarli e superarli.
Tenendo presente che il nostro benessere è la risultante di un equilibrio tra mente e corpo, e che per mente non si intende solo il processo del pensiero razionale, il cosiddetto  “ragionare”, bensì quell’insieme di sinergie che si attivano attraverso la percezione e l’emotività, che fanno sì che ciascuno di noi si possa “sentire”  unico nel nostro incedere quotidiano per il mondo.

Dott. Maria Tinto
Psicologa Clinica – Consulente Sessuale



venerdì 3 luglio 2015


“Non mi abbandonare!”

E’ l’ urlo nella notte che anima il nostro desiderio di esistere, di esserci per l’altro.

E’ la voglia di non abitare soltanto questo mondo,  ma di essere parte di tutto ciò che l’altro tocca, anima, vive, sente, attraverso le emozioni vibranti dell’anima.

Se tu ci sei per me allora anche io voglio esserci per te.

Anche io voglio appartenere al tuo mondo, ai tuoi giorni, ai tuoi pensieri, che non sono più solo tuoi ma si mescolano alle mie riflessioni.

Se tu ci sei per me, voglio respirare la tua aria, voglio darti la possibilità di esserci per me, di offrirti a me, perché io possa esserci con te.

“Non mi abbandonare!”

E’ l’urlo del neonato quando col pianto chiama la madre.

"Ho fame ? … Ho caldo?... Ho freddo?... Sono sporco?... Oppure ho semplicemente voglia di un abbraccio, di sentire che il tuo corpo c’è ed è ancora per me, che ancora vuole darmi il tuo calore, vuole concedermi la vita e mi accoglie una volta ancora "...

"Fammi sentire le tue mani mentre con dolcezza accarezzano il mio viso, e si stringono attorno alle mie spalle, dandomi la sicurezza che ce la farò, che potrò camminare anch’io da solo in questo mondo"...

"Non so ancora riconoscere il tuo volto, ma so che quest’odore è il tuo, e questo profumo dolce mi accompagnerà come questa voce , che mi tiene compagnia, mentre sto avventurandomi in uno spazio sconosciuto".

“Non mi abbandonare!”

Dice il pianto del bambino che non vuole essere lasciato all’asilo e rimane ancorato alla sottana della mamma, perché teme di rimanere  in quel posto sconosciuto per un tempo che non sa quantificare, perché non ne conosce ancora la dimensione.

“Non mi abbandonare!”

E’ l’urlo che dagli occhi del ragazzo si allunga sul mondo, quando gli altri non vedono il suo dolore, il suo modo di sentirsi solo.

Se ne sta in disparte e dona i suoi sogni alla disperazione della notte, rinunciando alla luce del mattino.

“Non mi abbandonare!”


E’ il sussurro silenzioso all’amato.

"Non lasciare cadere l’incanto che ci avvolge, resta con me nel desiderio di avere il tuo profumo nei miei occhi.

Se mi abbandoni ed io ti abbandono, tutto il bello di noi svanirà e il tuo sorriso, che oggi mi inebria, sarà confuso dalla memoria spenta.

Voglio cercare il tuo sguardo tra i miei ragionamenti del giorno, e trovarlo a volermi ancora, per raccogliermi nei suoi pensieri".
Dott.ssa Maria Tinto
Psicologa clinica - Consulente sessuale