Considerare l'8 marzo una ricorrenza posso anche accettarlo,ma considerarla una giornata in cui si festeggia la donna mi sembra inverosimile, inaccettabile.
Festeggiare l'8 marzo equivale ad ammettere una diversità rispetto ad un ruolo sociale in cui non mi identifico.
Il Woman's Day nasce storicamente per rivendicare i diritti delle donne, diritti di contenuto rispetto ad un ruolo sociale di sottomissione e discriminazione.
I tempi sono cambiati, già perché oggi non lottiamo... più per il diritto di voto, ma per il diritto di vita, il diritto di generare come vogliamo, il diritto di scegliere di essere o non essere madri.
E anche se sono cambiati i parametri entro i quali si muovono le istanze, è sempre il corpo delle donne che viene consumato, quantificato, oggettualizzato, mutilato, scambiato.
Ciò che trovo incomprensibile sono gli auguri che vengono fatti a noi donne dagli uomini ma anche dalle donne stesse.
Auguri di che?... di non essere più oggetto di apprezzamenti sessisti?...Di non essere più oggetto della possessività degli uomini?...Di non essere stuprate dai padri, fratelli, amici o compagni?... Di non essere oggetto di scherno da parte del proprio compagno?... Di non subire violenze fisiche, economiche, psicologiche, morali, sessuali da parte degli uomini?...
Bene, anzi male, malissimo, se è questo l'augurio allora facciamolo, ma tra noi donne , l'una mentre guarda l'altra negli occhi, auguriamocelo.
Col coraggio di ammettere anche le nostre debolezze rispetto al nostro modo di essere donna oggi.
Oggi che abbiamo la possibilità di scegliere,oggi che siamo consapevoli di avere un corpo,non lo diamo in pasto ai lupi.
Se vogliamo rispetto non dobbiamo chinare la testa, se vogliamo avere un ruolo sociale riconosciuto e scevro da apprezzamenti poco lusinghieri, non dobbiamo usare la femminilità ma il cervello.
Accettiamo di essere diversi uomini e donne, di avere ruoli diversi, di avere gusti diversi, emozioni diverse, piaceri diversi,sogni diversi.
Accettiamo di camminare insieme, l'uno accanto all'altro.
Ma soprattutto accettiamo di essere liberi, liberi ma limitati.
Liberi di vivere la migliore vita possibile ,nel limite delle nostre debolezze.
Se accettiamo i nostri limiti possiamo accettare quelli dell'altro e viverci nel rispetto che ognuno di noi merita.
Semplicemente.
Maria Tinto