Un blog aperto a chiunque vuole fermarsi a riflettere attraverso la percezione dei propri sensi, per orientare la rotta delle emozioni e poterle vivere con serenità, autenticità e unicità.
Parliamo di Emozioni della Mente
L'autrice è una appassionata di psicologia clinica e di buon senso.....ricerca l'intelligenza come stile di vita.
© Tutti i contenuti presenti all'interno di questo blog sono proprietà dell'autrice Maria Tinto e sono protetti dalla normativa sul diritto d'autore, non potranno quindi essere pubblicati, riscritti, distribuiti, commercializzati. Il download di documenti e altri tipi di files contenuti nel sito può essere eventualmente eseguito solo per un uso personale e non commerciale. Il suo eventuale utilizzo in siti web esclusivamente amatoriali presuppone che ne venga citata la fonte.
© Tutti i contenuti presenti all'interno di questo blog sono proprietà dell'autrice Maria Tinto e sono protetti dalla normativa sul diritto d'autore, non potranno quindi essere pubblicati, riscritti, distribuiti, commercializzati. Il download di documenti e altri tipi di files contenuti nel sito può essere eventualmente eseguito solo per un uso personale e non commerciale. Il suo eventuale utilizzo in siti web esclusivamente amatoriali presuppone che ne venga citata la fonte.
mercoledì 22 aprile 2015
PSI-DUNAMIS: L’inquietudine che attanaglia la mente e che non d...
PSI-DUNAMIS: L’inquietudine che attanaglia la mente e che non d...: L’inquietudine che attanaglia la mente e che non da modo di trovare una dimensione serena per vivere, è spesso il frutto del proprio mod...
L’inquietudine che attanaglia la mente e che non da modo di
trovare una dimensione serena per vivere, è spesso il frutto del proprio modo
di voler risolvere i problemi.
La soluzione è dentro di sé, cercarla altrove non fa che
aumentare il disagio.
E’ importante trovare la chiave giusta, per aprire quella gabbia
che giorno dopo giorno si è creata e dalla quale da soli non si riesce più a
venirne fuori.
Farsi aiutare a trovare quella chiave che apre la serratura di quella prigione mentale è la cosa migliore da fare, per ricominciare a sorridere e a godere delle gioie della vita.
Dott.ssa Maria Tinto
Psicologa Clinica
lunedì 13 aprile 2015
Il vortice ansia
Cosa si
intende quando si parla di ansia?
E’ bene
distinguere un’ansia cosiddetta “buona”, intesa come una caratteristica
esistenziale e un’ansia di tipo patologico : il disturbo d'ansia generalizzato (DAG).Chi soffre di ansia patologica sa bene di cosa si tratta.
La condiziona patologica ansiosa si verifica ogni qual volta l’inquietudine e il senso di incapacità prendono il sopravvento sullo stato d’animo della persona.
C’è chi
sostiene che l’ansia sia un’emozione, ritengo più appropriata considerarla come
la risposta ad uno stato emotivo.
In questa
sede non si vuole definire l’ansia dal punto di vista etiopatogenico, ovvero
fare l'analisi del processo di insorgenza e del suo sviluppo, con particolare
attenzione alle sue cause, bensì considerarne la portata inficiante sugli
aspetti salienti della vita di chi ne soffre.
Spesso questo
tipo di ansia definita patologica, si manifesta nelle situazioni in cui occorre
agire in prima persona o quando bisogna operare una scelta o quando bisogna
affrontare una situazione di convivialità, ma molto più spesso diventa un modo
sofferente di vivere e di affrontare il quotidiano.
L’ansia non
ha una connotazione razionale , in quanto risposta ad uno stato emotivo,
sopraggiunge inaspettatamente o, come già detto, diventa una costante di vita.
Il continuo
senso di preoccupazione per ogni cosa, l’ angoscia di trovarsi impreparati di
fronte agli eventi della vita e la paura dell’imprevisto diventano persistenti
modalità a cui non si riesce a far fronte.
Questo
disturbo può compromettere molto seriamente la qualità della vita delle persone
che ne soffrono, poiché esse vivono in uno stato di tensione continua: si
preoccupano in maniera incontrollata non solo per gli eventi quotidiani della
vita, ma per qualsiasi cosa: i familiari, la salute, la situazione economica,
il lavoro, il mondo che li circonda.
Chi soffre
di ansia patologica è una persona
irrequieta, tesa, ha difficoltà a concentrarsi e per quanto stanca non riesce a
riposarsi.
E’ una
persona caratterizzata dalla voglia di fare, per cui è sempre di corsa ma non
riesce a concludere quello che si prefigge di fare così come vorrebbe.
Avverte
costantemente un senso di vuoto che non riesce a colmare in nessun modo, una
costante fretta di pensieri che non trovano riscontro nei fatti del giorno.
La
sofferenza provata si accompagna alla sensazione di avere un carico enorme di
energie e di non saperle spendere o indirizzarle e questo aumenta il senso di
impotenza e di inutilità.
In alcuni casi l'ansia è tale da limitare
la capacità decisionale, per cui chi ne soffre non riesce a fare scelte di
nessun tipo, anche quelle più semplici come scegliere un paio di scarpe o
andare al cinema con gli amici, si resta "bloccati" nel continuo dubbio
, un dubbio che arrovella la mente e trascina in uno stato di perenne
sospensione dalla realtà.
Questo stato mentale compromette
notevolmente la vita della persona, in quanto creerà il ritiro dalle attività e
il conseguente isolamento dal mondo, perché chi soffre di questo tipo di ansia
non riuscendo a prendere nessun tipo di decisione riguardo il suo presente o il
suo futuro, si avvilisce al punto da svalutare le sue capacità, aumentando così
il proprio senso di inadeguatezza.
I sintomi dell’ansia patologica sono
molteplici e spesso si presentano associati.
Tra quelli
più ricorrenti vi è l’incapacità ad addormentarsi la sera e la persistenza di
un sonno agitato con insonnia intermittente.
Cefalea ricorrente
e tachicardia , spesso ci si sveglia durante la notte con la tachicardia e un
senso di soffocamento accompagnato alla paura di morire.
I malesseri
fisici sono di diversa natura e vanno
dai dolori alla schiena, alle spalle, al collo, ai disturbi allo stomaco, con conseguente
riduzione dell’appetito e digestione difficile.In molti casi i soggetti mangiano in maniera frettolosa , senza provare alcun piacere per il cibo.
L’ansia è un
disturbo che può compromettere seriamente la vita di chi ne soffre, con
l’aggravante di non riuscire a farsi capire dagli altri, che minimizzandone gli
aspetti, non aiutano a riconoscere ed affrontare il problema.
Per cui la
persona che ne soffre vive una doppia sofferenza, perché ai mali di cui è
affetta, si aggiungono i sensi di colpa per non “saper vivere” come gli altri
fanno o dicono di fare.
Frasi del
tipo : ” Ma hai tutto di cosa ti
lamenti?...” o “ Ti vedo bene ,
perché dici che stai male?...” oppure “Non
ci pensare vedrai che ti passa …”
Sono frasi
che vengono dette da coloro che pensano di poter dare un aiuto, sdrammatizzando
la sofferenza dell’altro, ma che hanno il duplice effetto contrario di aumentarne
il senso di debolezza e di inutilità, e quello di consegnarlo ad una doppia
condanna.
La
sensazione è quella di trovarsi in un vortice da cui si è
travolti sempre di più ad ogni momento del giorno, ad ogni situazione che
potrebbe generare ansia, come nel caso dell’ ansia anticipatoria per la paura di ciò che potrebbe accadere o dell’ansia da prestazione per la percezione
di sentirsi inadeguati rispetto alla circostanza che si sta vivendo o che si
dovrà affrontare.
La persona
si sente in un vortice da cui viene
risucchiata, un vortice che smembra e che aliena da se stessi e dagli altri.
Spesso
l’evoluzione dell’ansia generalizzata è l’attacco
di panico, quando questo sopraggiunge chi ne soffre decide di rivolgersi al
terapeuta, ma non prima di essersi
sottoposto a iter diagnostici e terapeutici dispendiosi e del tutto inutili,
per scongiurare le paure più svariate.
Succede a
volte che l’esito negativo di esami diagnostici effettuati, venga vissuto dal
soggetto come una delusione e che paradossalmente se ne mostri dispiaciuto, non
riuscendo a trovare una causa plausibile al suo problema.
E’ facile
comprendere come un intervento terapeutico tempestivo possa scongiurare uno
stato di malessere, che minaccia in modo sempre più considerevole la qualità
della propria vita e delle persone che condividono il proprio ambiente
relazionale (familiari, colleghi di lavoro e di studio, amici ).
Molto
efficace è la terapia strategica che in tempi brevi riesce a risolvere il
disturbo.Il terapeuta avrà cura di interpretare e comprendere il disturbo di ansia, focalizzando l’attenzione sul malessere vissuto dalla persona, considerando l’unicità della situazione che accompagna la sofferenza e la particolarità della persona, accompagnandola alla risoluzione definitiva del problema in tempi brevi.
Dott.ssa Maria Tinto
Psicologa Clinica e Consulente Sessuale
giovedì 9 aprile 2015
PSI-DUNAMIS: COME LUPI AFFAMATI SULLA PREDAdi Maria TintoLe...
PSI-DUNAMIS:
COME LUPI AFFAMATI SULLA PREDAdi Maria Tinto
Le...: COME LUPI AFFAMATI SULLA PREDA di Maria Tinto Le immagini di quello che è successo a Kabul ci fanno inorridire. La ferocia , ...
COME LUPI AFFAMATI SULLA PREDAdi Maria Tinto
Le...: COME LUPI AFFAMATI SULLA PREDA di Maria Tinto Le immagini di quello che è successo a Kabul ci fanno inorridire. La ferocia , ...
PSI-DUNAMIS: METTI UNA MATTINA UNO SCONOSCIUTO ACOLAZIONE Ilf...
PSI-DUNAMIS: METTI UNA MATTINA UNO SCONOSCIUTO ACOLAZIONE
Ilf...: METTI UNA MATTINA UNO SCONOSCIUTO A COLAZIONE Il figlio adolescente è quello che ti trovi davanti una mattina mentre prepari il c...
Ilf...: METTI UNA MATTINA UNO SCONOSCIUTO A COLAZIONE Il figlio adolescente è quello che ti trovi davanti una mattina mentre prepari il c...
mercoledì 8 aprile 2015
METTI UNA MATTINA UNO SCONOSCIUTO A
COLAZIONE
Il
figlio adolescente è quello che ti trovi davanti una mattina mentre prepari il
caffè, si strofina gli occhi, beve la solita
ciotola di latte caldo che gli hai preparato in fretta e furia, perché sei già
in ritardo per andare in ufficio, e tra
un biscotto alla crema ed uno al cioccolato ti dice che andrà ad Amsterdam con
Alberto….
E
mentre sei lì, che ti infili la giacca con un piede già fuori dalla porta, pensi “ Ma chi diavolo è questo Alberto?...” Ti ritrovi ad urlare un frettoloso quanto poco convinto : “Ok! … Ne parliamo stasera ….
Centoventi secondi , questi i minuti trascorsi tra il sorso di latte di tuo figlio e la porta aperta mentre la tua giornata andava in malora.
-
Centoventi secondi per
dipingere un quadretto molto comune in tante case, con genitori che cominciano
a comprendere di trovarsi di fronte un figlio cresciuto, che inizia a rivendicare la sua dose di autonomia.
Intanto
ripensi alla richiesta di tuo figlio … più che una richiesta ti è suonata come una
comunicazione, ma poi consideri che a sedici anni non può fare di testa sua…e
questo un po’ ti tranquillizza…
Poi
rifletti su quest’Alberto…ma chi sarà mai?...
Alberto
… Alberto è per te un nome sconosciuto , non ti dice proprio nulla.
Non
è nella squadra di calcetto…non è un compagno di classe…
E
poi perché proprio con Alberto ad Amsterdam e non con Marta , quella ragazza tanto carina che lui accompagna spesso al Centro commerciale a comprare
vestiti?...
Chi
è Alberto?...ma soprattutto perché tuo figlio vuole andarci in vacanza ?...
Mille
domande invadono la tua mente.Pensi a tuo figlio come ad uno sconosciuto.
Di quel ragazzino che si sta allungando come una pertica , un po’ timido e impacciato, che parla poco, che trovi sempre chiuso in camera sua davanti al computer con le cuffie in testa ad ascoltare musica, che raramente vedi con un libro aperto tra le mani, che il sabato sera esce e rientra la domenica mattina e ti dice che è normale, perché così fanno tutti…
In fondo … di questo ragazzino di sedici anni cosa ne sai veramente?...
Chi è veramente tuo figlio?...
Cominci a pensare che in fondo non lo conosci …
Chi è tuo figlio?... E’ una persona che si sta formando tra mille dubbi e scoperte.
Che vive gran parte del suo tempo lontano da te, con un mondo da costruirsi attorno , un mondo spesso fatto di prepotenze e di soprusi ma anche di piacevoli sguardi e di allegre chiacchierate.
-
Un mondo fatto di
frammenti di vita che si mescolano a fantasie, dove il pensiero è una
propaggine di ciò che è successo ieri, ma non di quello che avverrà domani, perché
per un adolescente il futuro è adesso… il futuro si compie ora.
-
Ed è proprio in questa
ambivalenza terrifica che sta crescendo , con la disperazione presente che
tutto ciò che succede oggi sarà per sempre.
-
Abbandoni, delusioni, tradimenti,
debolezze, offese, sono condizioni che lo accompagnano e da cui si sente spesso
atterrito e sovrastato.
Mentre ti accorgi solo ora che non gli hai ancora
chiesto se si è già innamorato …
Tu
alla sua età già lo eri e ti sarebbe piaciuto tanto poterne parlare con tua
madre, ma lei era troppo all’antica…non avrebbe capito.
Quante
domande ti vengono alla mente a cui non sai dare risposte …E dei ragazzi? …cose ne pensa tuo figlio dei ragazzi?...
Un dubbio si insinua nella tua mente… pensi che potrebbero piacergli i ragazzi, quest’ idea ti sconcerta più della parola “Amsterdam”…
E se fosse gay ?...
No, sarebbe così assurdo!...
Mio figlio gay?...Non riesci nemmeno a pensarci.
-
Ma perché un genitore non
riesce a pensare al proprio figlio come ad un essere sessuato, capace di
scegliere il proprio oggetto d’amore liberamente?
-
Pensare al proprio figlio come
ad una persona da rispettare.
-
Rispettare il/la proprio/a
figlio/a vuol dire riconoscergli il diritto di avere dei tempi per pensare, per
fantasticare, per giocare, per amare, per sognare, per innamorarsi della
persona da cui si sente attratto/a.
Ascolto genitori che si
lamentano perché i figli adolescenti non comunicano con loro, che parlano poco
e se ne stanno tutto il giorno da soli.
Genitori che si lamentano perché
i figli adolescenti non studiano, non hanno interesse per la scuola, che rispondono
verbalmente male alle loro richieste.
L’adolescenza è senza
dubbio un difficile momento della vita da attraversare, ma è pur vero che all’adolescenza
non si arriva dalla sera alla mattina, non ci si sveglia adolescenti, e tutto ciò che un padre e una madre hanno costruito
con un/a figlio/a si riverbera nel periodo adolescenziale.
Genitori rispettosi del/la
figlio/a, e per rispettosi intendo che ne
hanno garantito i diritti di crescita sana e dignitosa, senza
prevaricare su di loro, né con violenza fisica né verbale, che ne hanno rispettato
i bisogni quando ancora non avevano l’uso della parola, che li hanno
ascoltati dedicandogli il tempo che loro richiedevano, che li hanno
sostenuti e difesi con orgoglio, apprezzandone le qualità e fortificandone
la struttura attitudinale, senza riflettere le proprie frustrazioni e i propri desideri
inespressi sui figli.
Ebbene, per questi
genitori sarà difficile trovarsi di fronte una mattina uno sconosciuto a
colazione.
Dott.ssa Maria Tinto
Psicologa Clinica
Iscriviti a:
Post (Atom)