Perché
non ho denunciato?... Perché lui era il padre dei miei figli , cosa avrebbero
pensato della loro madre?...
E poi
c’era la paura, la paura che potesse uccidermi.
Per anni ho subito le sue
mortificazioni, denigrazioni in pubblico, umiliazioni in presenza dei miei
figli.
Sentivo che non potevo sopportarlo, ma
non potevo né lasciarlo né denunciarlo.
Avevo troppa paura di tutto.
Di lui,
del giudizio dei miei figli, di quello dei parenti …Non era facile uscirne perché la vergogna mi pervadeva.
Inizialmente,
quando ha cominciato a mostrare i primi segni di squilibrio pensavo che era un momento, che poi
tutto si sarebbe sistemato… ma poi quel momento è durato dieci anni…
Dieci
lunghi anni di vessazioni, che mi hanno resa insicura, debole, disorientata.Lui, un narcisista, di quelli che ti tolgono l'aria e ti vogliono entrare nella mente per carpirne i desideri.
Capace di grandi slanci e di altrettanta violenza.
Non ero
più certa di sapere chi ero, né cosa volevo veramente, ma soprattutto ho
cominciato a pensare di meritarmi tutto quel dolore.
Avevo amato tanto quell'uomo, per lui fatto cose importanti, perchè mi faceva tutto questo?...dov'era tutto quell'amore che diceva di provare per me?...
Cos'ero io per lui adesso?... una pedina sulla sua scacchiera perversa ?...
Come
avevo fatto a scegliere un uomo che mi dava tanto dolore?... Ma l’avevo
scelto io, e quindi dovevo pagare per l’errore che avevo fatto.Ma i miei figli no, loro non dovevano subire quello che stavo subendo io.
L’ho capito tardi, quando i danni erano già fatti.
Una sera,
dopo l’ennesima aggressione da parte sua, sempre per futili motivi, sono uscita
sul balcone ed ho pensato di farla finita… ho guardato giù… sarebbe bastato un
attimo per mettere fine alla mia disperazione…
Qualcosa
mi ha trattenuta, non so ancora oggi cosa sia stato… non ricordo, ero troppo
disperata…
Voglio
pensare che fosse il pensiero dei miei figli… voglio pensare che fosse l’amore
per la vita… voglio pensare che fosse quella briciola di forza che mi diceva di
non mollare…
Il giorno
dopo ero fuori.Fuori dall’inferno.
Non mi importava più del giudizio di nessuno.
Con me avevo la mia vita e mi bastava,
null’altro per riprendermi la mia storia, il mio tempo.
Avevo
attraversato le fiamme dell’inferno e ne ero uscita, adesso c’era solo da
andare avanti.
Nulla poteva farmi più paura.
Ho preso
i miei figli e insieme ci siamo avviati verso la vita, quella vera, senza
catene.Ancora oggi guardo il cielo e sento ...
una grande pace nel cuore...
e mi sento ...
come quel gabbiano
che volteggiando nell'aria
si inebria del tepore
che promana dalle sue piume.
Maria
Tinto
Psicologa Clinica - Consulente Sessuale