Ci sono uomini... storie di umana follia. Alla figlia mai venuta al mondo
di Maria
Tinto *
Mio sospiro,
ti scrivo perché non sei mai nata; perché resti quel sogno di vita diversa, a cui
non ho messo le scarpe per correre
lungo i prati della mia anima.
Oggi saresti una donna; una scelta
coraggiosa quella di essere donna e di combattere
gli stereotipi che ogni
giorno circondano il nostro
tempo.
Essere donna, oggi, vuol dire fare i conti con
le sfaccettature più profonde di una società che si trasforma
velocemente, e che non si
riconosce più in nessuna ideologia, in nessun progetto civile, in nessun focolare.
Gli uomini sono fragili… le donne sono forti … stereotipi di comodo che vengono tirati fuori quando serve,
indistintamente dagli uomini quanto dalle donne, che non fanno altro che confondere e distogliere
l’attenzione da una diversità sempre più evidente e fragile.
Le donne combattono, impugnano armi, si fanno saltare in aria, abbracciano i figli, indossano sai, piangono per amore, credono nel destino,ridono
per cose futili, aspettano, hanno pazienza e amano.
Sì, noi donne amiamo anche quando dovremmo odiare,
e perdoniamo anche quando
dovremmo condannare.
Questa non
vuole essere un’apologia della donna, perché ci sono anche donne crudeli che non sanno amare,
che rifiutano gli abbracci e sono fredde,anestetizzate alle
emozioni, intrise di
narcisismo femminile, e che pur essendo mamme non hanno la capacità di essere madri.
Sono proprio queste donne, che attraverso la
loro glaciale maternità, creano gran parte degli uomini
incapaci di amare, rancorosi e misogini.
L’ostilità psicologica che molti uomini provano verso le
donne , spesso nasce proprio da rapporti
distorti e malsani con un femminile materno, che non è stato capace di insegnare
l’amore e la reciproca accoglienza.
Quando un bambino si sente non accolto, non ospitato dal grembo
materno con gioia e dedizione,
svilupperà negli anni una reazione
avversiva nei confronti di
noi donne, cercherà donne da
cui farsi amare in maniera totale ma
a cui non si donerà mai.
Ci
sono uomini . . . che anche quando fanno l’amore non riescono a
concedersi, che non sono capaci di
abbandonarsi al piacere di donarsi all’ intimità totale di una donna.
Ci
sono uomini che risolvono il
problema della loro carenza affettiva
convincendosi che la cosa migliore è
essere perfetti, e questo è un bel problema, perché se sei perfetto non ti puoi relazionare, perché l’amore è imperfezione, non a caso si
dice “Mi piaci per i tuoi pregi, ti amo
per i tuoi difetti”.
Ci
sono uomini che non riescono ad instaurare una relazione alla pari con
una donna, cercano di sottometterla e di assoggettarla al loro volere, facendo
passare le loro assurde richieste attraverso la mistificazione amorosa.
Ci
sono uomini che cercano di
distruggerci, di eliminarci, di farci morire dentro, sgretolando la nostra
personalità, isolandoci dai nostri cari, dai nostri amici, in un gioco al
massacro il cui campo di battaglia diventa la casa, la nostra prigione.
Ci
sono uomini che ci odiano e ci sono uomini che non ci capiranno mai.
Ci
sono uomini-delinquenti che ci usano per
riconoscersi in qualcosa e che usano la violenza come surrogato di mascolinità che non sentono di avere, poiché per quasi
la totalità degli uomini, sentirsi
un “maschio” ha il primato sulla qualità di essere un uomo, purtroppo.
Ci
sono uomini che anche quando ci
amano si danno dei limiti, che in
modo analitico misurano il tempo che ci
stanno dedicando .
Ci
sono uomini che ci insultano con il loro disprezzo
attraverso inopportuni e sgraditi paragoni , che cercano di umiliarci con ostentata saccenza, con i
loro infiniti silenzi, e che cercano di farci sentire in colpa per tutto.
Ci
sono uomini che usano il nostro corpo, disprezzandone la forza generatrice e la
leggiadria che da esso promana.
Ci
sono uomini che non sanno perdere, e si mascherano da principi azzurri come a carnevale, pronti a sfoderare
la spada dell’odio appena comprendono che ci stanno perdendo.
Ci
sono uomini che ci ammazzano davanti ai nostri figli, che prima ci fanno l’amore e poi ci pugnalano,
uomini cattivi, crudeli, bestie feroci travestite da signori, bruti a cui
avevamo donato l’anima.
Ci
sono uomini che ci uccidono e poi
ammazzano anche i nostri figli,
perché vogliono cancellare tutto quello che da noi è generato.
Tutto
questo è il frutto di una società maschilista?...
Non mi
piace pensare allo stereotipo della società
maschilista, perché questo spauracchio del maschilismo è tuttora ancora
troppo usato e abusato, è più giusto parlare di una società dove vince il più forte, dove il più debole soccombe se non ha i mezzi adeguati per difendersi.
E’ per
questo che io dico che bisogna dotare le
donne di strumenti per fronteggiare il pericolo.
E’ per
questo che le donne devono cominciare a
riconoscere i prodromi di una relazione pericolosa, ci sono segnali chiari,
inequivocabili, che le donne non vedono o non vogliono vedere.
Bendarsi gli occhi
dinnanzi ad uno schiaffo, turarsi le
orecchie di fronte al disprezzo verbale, girare lo sguardo davanti a gesti di spregio, con la “speranza” che
si sia trattato di un episodio, con l’illusione che domani sarà diverso, è un
gravissimo errore, perché domani sarà sempre peggio e allo schiaffo seguirà la coltellata, alla
denigrazione verbale seguiranno le parolacce, in una degradazione spesso
dall’esito infausto per noi donne.
Senza
contare il male che facciamo ai nostri
figli, vittime innocenti che
assistono inermi alle violenze.
Ma, voglio anche dirti che ci
sono uomini che ci amano, che ci sanno donare il sapore della felicità,
che sanno accogliere il nostro ventre
nel loro abbraccio e ci sanno riscaldare.
Ci
sono uomini che ci apprezzano, che
ci guardano e ci vedono per quello
che siamo, per quello che sappiamo e possiamo dare, che riescono a risvegliare il nostro archetipo femminile, facendo esplodere il vulcano che abbiamo
nel cuore.
Ecco,questo
è l’uomo che mi piacerebbe che tu avessi incontrato.
Ti
scrivo perché non sei venuta al mondo,
e per te avevo sognato un mondo diverso, un mondo puro dove gli uomini e le
donne potessero guardarsi negli occhi senza avere paura.
Si, senza la paura di volersi bene e di volersi
amare, di prendersi per mano e sollevare insieme i fardelli della vita e
gioire della nascita di un fiore.
Senza
la paura di essere fragili, imperfetti, sottili, curvi, inermi di fronte ai
fulmini e ai tuoni.
Senza la paura di sognare e di svegliarsi insieme.
Dormi
respiro mio,
a te che non sei venuta al mondo, per aprire gli occhi
sotto questo cielo e colorarlo di rosa, a te, va il pensiero mio.
* Psicologa Clinica – Consulente Sessuale