NON FARE CON LA PERSONA SOFFERENTE
Se, come affermava
O.Wilde,” La memoria è il diario che
ciascuno di noi porta sempre con sé”, proviamo ad immaginare cosa succede quando
le pagine di quel diario cominciano a staccarsi ed a perdersi nel vuoto, al
loro posto ci sarà lo smarrimento, l’annullamento e il disfacimento di se stessi.
Pagine che si staccano come
pezzi della propria storia, briciole di vita che vanno lontano e che si disperdono
nel nulla.
Qualcosa comincia a
mancare, che si tratti di una parola, un luogo, un nome, un volto non importa, perché
la sensazione di impotenza prende il posto della coscienza. Ci si sente come chi
sta scalando la cima di un monte ma non riesce ad afferrare l’ultimo puntello per
la vetta.
La demenza è una
condizione in cui non si “arriva” mai dove si vorrebbe, perchè il risultato è
sempre diverso da quello previsto.
Sconcerto, confusione,
senso di inadeguatezza, fragilità emotiva, sono tutte limitazioni vissute dal
soggetto affetto dalla demenza.
Si viene pervasi da un
senso di incapacità, rispetto alla circostanza che si sta vivendo, senza
peraltro riuscire ad avere pienamente la dimensione reale di quello che sta succedendo.
“ Sento che la parola è qui, è presente, ma non riesco a prenderla, ad
afferrarla … a farla mia ed associarla al significato … mi arrabbio con me
stesso, ma è solo un momento … poi non so … non ricordo neanche di cosa si
stava parlando … i miei figli mi guardano … e sui loro volti vedo l’immagine della
mia mancanza … ”
Per le persone care che
assistono al deterioramento lento del proprio congiunto, è difficile accettarne
il declino, che inevitabilmente si rende sempre più evidente con il passare dei
mesi.
Assistere alla perdita di
ciò che quella persona era prima della “malattia” è terribile, spesso
inaccettabile.
Necessariamente bisogna
fare i conti con una nuova realtà, sebbene dolorosa, per adottare tutta una
serie di “strategie” che possono aiutare la persona afflitta dal disturbo
mnestico a condurre una vita, per quanto possibile, dignitosa e rispettosa dei
suoi rinnovati bisogni.
“ Guardo mio padre mentre ha tra le mani il giornale, lo sfoglia ma non legge
… eppure era un divoratore di notizie che commentavamo insieme … adesso guarda
le figure … provo per lui una profonda tenerezza … e mi arrabbio quando mi
chiama col nome di mia sorella, che si è dimenticata di avere un padre … ma è
solo un momento perché poi gli prendo le mani e gliele bacio … lui allora mi
guarda … sussurra il mio nome e qualche volta piange … “
Sarà l’amore che si nutre a rifondare un nuovo
rapporto, a scrivere una nuova pagina, con caratteristiche mai usate prima ed
adeguate alle situazioni che di volta in volta si andranno ad affrontare.
Perché sarà proprio grazie
al sostegno e all’amore dei cari che si riusciranno ad alleviare le
dimenticanze, a sostituire un nome con un abbraccio, un volto con un’ emozione.
Perché così come
ricordiamo ciò che maggiormente colpisce i nostri sensi, ovvero quello che
riesce ad emozionarci in maniera forte e che si imprime in memoria, così è
possibile cercare di “recuperare” ciò che la nostra mente sta perdendo, attraverso
la riattivazione degli stati emozionali.
Un’ adeguata stimolazione,
effettuata senza che il soggetto si avveda del suo disagio, attraverso l’utilizzo
di immagini, suoni, odori e sapori può favorire il “recupero” mnestico e la
relativa associazione col presente.
Perdere la memoria della
propria storia è come lanciarsi nel vuoto senza paracadute. La dissolvenza dei
ricordi, annulla anche la dignità di ciò che si è.
Di seguito vengono
indicati almeno DIECI piccoli suggerimenti,
che consiglio vivamente di mettere in atto con una persona affetta da Demenza o dal morbo di Alzheimer.
·
NON
INSISTETE SE NON RICORDA IL NOME DI UN OGGETTO O DI UNA PERSONA :
La
vostra insistenza avrebbe l’effetto di farla sentire maggiormente in
difficoltà, genererebbe rabbia, creando uno stato di ansia tale da non riuscire
a riportare alla memoria quello che faticosamente sta cercando.
·
NON
SOSTITUITEVI NEL FARE LE COSE CHE NON RIESCE A FARE :
Fare
le cose al suo posto la farebbe sentire ancora di più inadeguata, inoltre
aumenterebbe la distanza tra la normalità di quello che era “prima” ed il
presente.
·
NON
CAMBIATE I POSTI AGLI OGGETTI CHE SONO IN CASA :
E’
importante che in casa tutto rimanga al solito posto, senza cambiamenti che non
avrebbe la capacità di memorizzare nel
breve tempo.
·
NON
MODIFICATE LE ABITUDINI QUOTIDIANE :
Ricordatevi
che avete davanti una persona che ha bisogno di certezze, per sentirsi al
sicuro almeno tra le pareti domestiche.
·
NON
CAMBIATE GLI ORARI DELLA COLAZIONE, DEL PRANZO E DELLA CENA :
È
una persona che non ama i cambiamenti, perché potrebbero generare maggiore
confusione nella sua mente e magari arrivare a chiedervi di fare colazione
all’ora di cena.
·
NON
RIDETE DELLE SUE DIMENTICANZE O DEI “SUOI RAGIONAMENTI”.
Potrebbe
succedere che non segua un vostro ragionamento o che salti da un discorso
all’altro, senza che ci sia un nesso tra le cose, non date peso e non cercate
di dare un vostro senso a ciò che dice, considerate che il suo pensiero in quel
momento non è in linea col vostro, insistere darebbe origine ad una maggiore
confusione e distanza tra di voi.
·
NON
ARRABBIATEVI SE LASCIA IL GAS APERTO O SE FA COSE CHE RITENETE “SBAGLIATE”:
Quest’evento
potrebbe accadere, ma arrabbiarsi aumenterebbe il suo senso di disagio emotivo,
arrechereste solo ulteriore dolore ad una mente confusa e affaticata, sarebbe
una mortificazione inutile e improduttiva. Ricordatevi che ciò che per voi è
sbagliato non lo è per chi soffre di questo disturbo.
·
NON
LASCIATELA SOLA :
La
persona affetta da questo male ha la percezione del senso di abbandono molto
forte.
·
NON
LASCIATELA IN SILENZIO PER
LUNGHI PERIODI DURANTE IL GIORNO:
Il
silenzio non aiuta a recuperare le informazioni che si stanno allontanando
dalla sua mente velocemente e inesorabilmente.
·
NON
CAMBIATE IL VOSTRO MODO DI COMPORTARVI NEI SUOI CONFRONTI :
Ricordatevi
che la persona a cui è stato
diagnosticato questo disturbo, è sempre quella stessa che avete stretto tra le
braccia fino ad ieri.
E’
la stessa che vi ha accompagnato finora nel vostro viaggio verso la vita.
Dott.ssa
Maria Tinto
Psicologa clinica - Consulente SessualeGiornalista - Scrittrice
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