Parliamo di Emozioni della Mente

L'autrice è una appassionata di psicologia clinica e di buon senso.....ricerca l'intelligenza come stile di vita.

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martedì 22 agosto 2017







                    DIMENTICAR-SI , DIECI COSE  DA
NON FARE CON LA PERSONA SOFFERENTE

Se, come affermava O.Wilde,” La memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con sé”, proviamo ad immaginare cosa succede quando le pagine di quel diario cominciano a staccarsi ed a perdersi nel vuoto, al loro posto ci sarà lo smarrimento, l’annullamento e il disfacimento di se stessi.

Pagine che si staccano come pezzi della propria storia, briciole di vita che vanno lontano e che si disperdono nel nulla.

Qualcosa comincia a mancare, che si tratti di una parola, un luogo, un nome, un volto non importa, perché la sensazione di impotenza prende il posto della coscienza. Ci si sente come chi sta scalando la cima di un monte ma non riesce ad afferrare l’ultimo puntello per la vetta.

La demenza è una condizione in cui non si “arriva” mai dove si vorrebbe, perchè il risultato è sempre diverso da quello previsto.

Sconcerto, confusione, senso di inadeguatezza, fragilità emotiva, sono tutte limitazioni vissute dal soggetto affetto dalla demenza.

Si viene pervasi da un senso di incapacità, rispetto alla circostanza che si sta vivendo, senza peraltro riuscire ad avere pienamente la dimensione reale di quello che sta succedendo.

Sento che la parola è qui, è presente, ma non riesco a prenderla, ad afferrarla … a farla mia ed associarla al significato … mi arrabbio con me stesso, ma è solo un momento … poi non so … non ricordo neanche di cosa si stava parlando … i miei figli mi guardano … e sui loro volti vedo l’immagine della mia mancanza … ”

Per le persone care che assistono al deterioramento lento del proprio congiunto, è difficile accettarne il declino, che inevitabilmente si rende sempre più evidente con il passare dei mesi.

Assistere alla perdita di ciò che quella persona era prima della “malattia” è terribile, spesso inaccettabile.

Necessariamente bisogna fare i conti con una nuova realtà, sebbene dolorosa, per adottare tutta una serie di “strategie” che possono aiutare la persona afflitta dal disturbo mnestico a condurre una vita, per quanto possibile, dignitosa e rispettosa dei suoi rinnovati bisogni.

Guardo mio padre mentre ha tra le mani il giornale, lo sfoglia ma non legge … eppure era un divoratore di notizie che commentavamo insieme … adesso guarda le figure … provo per lui una profonda tenerezza … e mi arrabbio quando mi chiama col nome di mia sorella, che si è dimenticata di avere un padre … ma è solo un momento perché poi gli prendo le mani e gliele bacio … lui allora mi guarda … sussurra il mio nome e qualche volta piange … “

Sarà  l’amore che si nutre a rifondare un nuovo rapporto, a scrivere una nuova pagina, con caratteristiche mai usate prima ed adeguate alle situazioni che di volta in volta si andranno ad affrontare.

Perché sarà proprio grazie al sostegno e all’amore dei cari che si riusciranno ad alleviare le dimenticanze, a sostituire un nome con un abbraccio, un volto con un’ emozione.

Perché così come ricordiamo ciò che maggiormente colpisce i nostri sensi, ovvero quello che riesce ad emozionarci in maniera forte e che si imprime in memoria, così è possibile cercare di “recuperare” ciò che la nostra mente sta perdendo, attraverso la riattivazione degli stati  emozionali.

Un’ adeguata stimolazione, effettuata senza che il soggetto si avveda del suo disagio, attraverso l’utilizzo di immagini, suoni, odori e sapori può favorire il “recupero” mnestico e la relativa associazione col presente.

Perdere la memoria della propria storia è come lanciarsi nel vuoto senza paracadute. La dissolvenza dei ricordi, annulla anche la dignità di ciò che si è.

Di seguito vengono indicati almeno DIECI piccoli suggerimenti, che consiglio vivamente di mettere in atto con una persona affetta da Demenza o dal morbo di Alzheimer.

·         NON INSISTETE SE NON RICORDA IL NOME DI UN OGGETTO O DI UNA PERSONA  :

La vostra insistenza avrebbe l’effetto di farla sentire maggiormente in difficoltà, genererebbe rabbia, creando uno stato di ansia tale da non riuscire a riportare alla memoria quello che faticosamente sta cercando.

·         NON SOSTITUITEVI NEL FARE LE COSE CHE NON RIESCE A FARE :  

Fare le cose al suo posto la farebbe sentire ancora di più inadeguata, inoltre aumenterebbe la distanza tra la normalità di quello che era “prima” ed il presente.

·         NON CAMBIATE I POSTI AGLI OGGETTI CHE SONO IN CASA :

E’ importante che in casa tutto rimanga al solito posto, senza cambiamenti che non avrebbe la capacità di  memorizzare nel breve tempo.

·         NON MODIFICATE LE ABITUDINI QUOTIDIANE :

Ricordatevi che avete davanti una persona che ha bisogno di certezze, per sentirsi al sicuro almeno tra le pareti domestiche.

·         NON CAMBIATE GLI ORARI DELLA COLAZIONE, DEL PRANZO E DELLA CENA :

È una persona che non ama i cambiamenti, perché potrebbero generare maggiore confusione nella sua mente e magari arrivare a chiedervi di fare colazione all’ora di cena.

·         NON RIDETE DELLE SUE DIMENTICANZE O DEI “SUOI RAGIONAMENTI”.

Potrebbe succedere che non segua un vostro ragionamento o che salti da un discorso all’altro, senza che ci sia un nesso tra le cose, non date peso e non cercate di dare un vostro senso a ciò che dice, considerate che il suo pensiero in quel momento non è in linea col vostro, insistere darebbe origine ad una maggiore confusione e distanza tra di voi.

·         NON ARRABBIATEVI SE LASCIA IL GAS APERTO O SE FA COSE CHE RITENETE “SBAGLIATE”:

Quest’evento potrebbe accadere, ma arrabbiarsi aumenterebbe il suo senso di disagio emotivo, arrechereste solo ulteriore dolore ad una mente confusa e affaticata, sarebbe una mortificazione inutile e improduttiva. Ricordatevi che ciò che per voi è sbagliato non lo è per chi soffre di questo disturbo.

·         NON LASCIATELA SOLA :

La persona affetta da questo male ha la percezione del senso di abbandono molto forte.

·         NON LASCIATELA IN SILENZIO PER LUNGHI PERIODI DURANTE IL GIORNO:

Il silenzio non aiuta a recuperare le informazioni che si stanno allontanando dalla sua mente velocemente e inesorabilmente.

·         NON CAMBIATE IL VOSTRO MODO DI COMPORTARVI NEI SUOI CONFRONTI :

Ricordatevi che la persona a cui è stato diagnosticato questo disturbo, è sempre quella stessa che avete stretto tra le braccia fino ad ieri.

E’ la stessa che vi ha accompagnato finora nel vostro viaggio verso la vita.

 

Dott.ssa Maria Tinto
Psicologa clinica - Consulente Sessuale
Giornalista - Scrittrice

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